Sabato 1 ottobre alle ore 11:00 presso il Centro Studi del Museo del Risorgimento e della Resistenza, con sede in Porta Paola, Via Donatori di Sangue n. 22, si inaugura “Tutti colpevoli, tutti assolti. Le violenze del colonialismo italiano celate alla storia”: una mostra fotografica a cura del Collettivo degli studenti di Ferrara.
Il progetto, in collaborazione con il Comune di Ferrara, che ha offerto gli spazi espositivi oltre al coordinamento scientifico della storica Antonella Guarnieri del Museo del Risorgimento e della Resistenza, è stato possibile grazie al coinvolgimento di CGIL, UDI, ANPI, FLC Cgil, RUA-UDU e Rete degli Studenti Medi.
La mostra sarà aperta il 1 e il 2 ottobre dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 e dal 3 al 31 ottobre dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00, il martedì e giovedì anche nel pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00. Gli studenti del Collettivo faranno da guida alla mostra. Sarà possibile prenotare una visita guidata scrivendo direttamente all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Grande contributo alla mostra proviene da Francesco Filippi, autore, storico della mentalità e formatore, con il quale i giovani si sono rapportati in una approfondita intervista che accompagnerà, in filmato, la stessa mostra.
Il nucleo espositivo della mostra è composto da scatti inediti della Guerra in Etiopia 1935-36, tratti da due collezioni private di proprietà di famiglie del territorio. Gli studenti hanno voluto documentarsi, analizzando le motivazioni e le ripercussioni del lungo silenzio della società e della politica italiana sulle violenze causate dal colonialismo fascista, servendosi delle foto e accompagnandole da una riflessione critica a più voci sul tema e sui processi politici, socio-economici e culturali che lo hanno determinato, rendendolo possibile e concepibile.
Le foto esposte raccontano, attraverso nuclei espositivi strutturati per argomenti, le diverse realtà del Colonialismo in Etiopia, rappresentando la vita dei suoi abitanti, la cultura, la religione, la natura di quel paese, la crudeltà, le difficoltà e il dolore della guerra, il bisogno di condivisione e di familiarità dei giovani soldati italiani richiamati alle armi nel 1935 in grandissimo numero (circa 800 mila).
L’esposizione sottende la necessità etica di fare i conti con il nostro più recente passato per comprendere come il colonialismo stia ancora influenzando la vita e le scelte politiche contemporanee. Attraverso le fotografie in bianco e nero sarà così possibile osservare il contesto di guerra, di scontro, sfruttamento, violenza e dominio riservato alle popolazioni indigene attraverso gli sguardi di coloro che erano stati catapultati lontani dai propri affetti ed estranei a quel mondo.
Il lavoro svolto dal Collettivo degli studenti di Ferrara dimostra la vitalità culturale e il desiderio di conoscenza che continuano ad avere le giovani generazioni, il loro desiderio di verità oltre i miti e le leggende.